Re Lear
di William Shakespeare
traduzione Ferdinando Bruni
uno spettacolo di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
coproduzione Teatro dell’Elfo - Teatro Stabile dell’Umbria
Lear è padre, re e una specie di dio mortale: è l’immagine dell’autorità maschile, dell’arroganza che rende ciechi. Lo seguiamo nel cammino rovinoso che dal trono lo conduce a vagare nella landa desolata e tempestosa dove sarà il corpo piagato di un mendicante pazzo a rivelargli l’essenza stessa dell’uomo. «L’uomo privo di tutto non è altro che un animale, povero, nudo, un bipede forcuto come te». Shakespeare ci chiede di non distogliere lo sguardo dal male, dalla follia, dagli esseri umani con il loro dolore, ma di guardarli dritti negli occhi rafforzando la nostra capacità di amare.
Il racconto di uno dei viaggi più strazianti dell’uomo verso la sua vera essenza.
Un viaggio nella notte tempestosa più famosa della cultura occidentale, al seguito dello sventurato re e del matto, dell’accecato Gloucester e del povero Tom… in fondo brevi bagliori d’amore.
“Oh, non parlarmi di bisogno! Se alla natura concedi solo quello di cui ha bisogno, la nostra vita diventa come quella delle bestie.”
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