Cemento
di Thomas Bernhard
regia e drammaturgia Roberto Trifirò
scene, costumi e progetto luci Gianni Carluccio
con Roberto Trifirò e un personaggio femminile in via di definizione
produzione Teatro Out Off
Il musicologo Rudolf è tormentato dall'impossibilità di scrivere il suo saggio su Mendelssohn.
Il tema della sua confessione è dunque l'orrore della pagina bianca, la paralisi che coglie lo scrittore al momento di iniziare il suo lavoro. Il suo monologo è una stravagante requisitoria contro gli infiniti ostacoli che si frappongono alla stesura del saggio. Nel tentativo di sbloccare questa impasse, decide di trasferirsi dal freddo di Peksam al clima più mite di Palma di Maiorca. Qui avverrà l'incontro con Anna Härdtl, che poi Rudolf scoprirà essersi suicidata.
A questo punto l'autore, Thomas Bernhard, che sembrava aver rinunciato all'intreccio disegnando situazioni perfettamente statiche, ci sorprende con una dinamica emozionante, in cui il destino della giovane donna si dipana in una successione di colpi di scena. L'autoritratto dello scrittore trova così il suo pendant nella storia comune, eppure emblematica, di una persona qualunque. Alla tragica eccentricità di Rudolf si contrappone la banale tragicità di Anna. Ciò che rimane di questa storia è solo "cemento": quello dei casermoni di periferia, delle orribili costruzioni per il turismo di massa e dei loculi del cimitero. Una cifra del nostro tempo, un simbolo dell'amorfo e della durezza.
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