Libertà obbligatoria
di Giorgio Gaber e Sandro Luporini
adattamento e regia Emilio Russo
con Andrea Mirò e Musica da Ripostiglio
costumi Pamela Aicardi
luci Andrea Violato
produzione Tieffe Teatro Milano
Seconda tappa del progetto Gaber, con cui vogliano esplorare il “teatro canzone” per sottolineare in particolare l’universalità del pensiero gaberiano anche a diversi decenni di distanza.
Dopo il successo di Far finta di essere sani a Milano e in tournée nazionale, affrontiamo ancora un testo “storico” e controverso come Libertà obbligatoria del 1976 che contiene temi e contenuti assolutamente attuali, da rileggere a distanza di oltre 45 anni, con la percezione agrodolce di essere rimasti ancora lì con i nostri disagi, le inquietudini sociali e individuali, la falsa coscienza di molti, ma anche con la possibilità di risvegliare i sogni rattrappiti.
Questo ci raccontavano Giorgio Gaber e Sandro Luporini e forse bisognava ascoltarli un po’ più attentamente senza pregiudizi, settarismi o massimalismi. L’America, le nuove mode (Si può), la falsa e incompiuta Democrazia (Le Elezioni), la lotta resistente (I Reduci), solo per citare alcune delle suggestioni portanti di quello che viene definito lo spettacolo (e il disco) ponte verso il definitivo distacco dalla “nuova” ideologia corrotta dai mass media e dal sogno americano che ancora resiste, nonostante tutto, e l’altrettanto definitiva consacrazione del teatro canzone del grande signor G.
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